Incendi e miasmi La discarica di rifiuti genera vivo allarme


Mazzarrà Sant'Andrea Da oltre due settimane i miasmi che provengono dalla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea si sono intensificati ed oltre a raggiungere nelle ore notturne e del mattino l'abitato di Furnari, infestano gli agglomerati di Tonnarella e Vigliatore, fino a Marchesana. La condizione igienico sanitaria dell'intera area che ricade a ridosso della vallata del torrente Mazzarrà oltre a Furnari riguarda il comune di Terme Vigliatore che non viene risparmiato dalle insopportabili ondate di fetore che peggiora di ora in ora e pare sarebbe l'effetto causato da alcuni sbancamenti e movimentazione di rifiuti dall'enorme cumulo della montagna artificiale sorta ai margini del torrente Mazzarrà, al confine col territorio di Furnari.
Ieri si era diffusa la voce tra gli abitanti della zona di un crollo di una cospicua fetta di abbancamento di rifiuti stipati nella scarpata situata al di sotto del trituratore di rifiuti. Circostanza smentita dallo stesso direttore della discarica, Roberto Carenzo, il quale ha detto solo che i segni evidenti di un distacco di fette di rifiuti dalla scarpata sarebbero da attribuire a recenti incendi sviluppatisi accidentalmente e per cause non imputabili alla gestione dell'impianto. Pare infatti che la scorsa settimana e ancora una settimana prima, per ben due volte, razzi di segnalazione nautica siano stati smaltiti in cassonetti, tra i rifiuti comuni e finiti accidentalmente in discarica. A far innescare i due incendi nel giro di appena due settimane, sarebbe stata - secondo TirrenoAmbiente - la macchina trituratrice che durante la fase di pretrattamento del materiale destinato alla discarica, avrebbe fatto sviluppare un principio d'incendio estesosi a cascata lungo la parete della scarpata della montagnola artificiale. Gli incendi sarebbero stati così consistenti da rendere necessario l'intervento dei vigili del fuoco di Milazzo.
Le fiamme hanno certamente sviluppato e diffuso sostanze tossiche senza che la popolazione di Furnari - la più esposta ai potenziali pericoli - sia stata informata dei rischi. Inoltre, dalla montagna di rifiuti affiora per tutta la superficie spazzatura non ricoperta da terra vegetale e ciò pregiudica ancora la condizione dei residenti afflitti dai miasmi molesti. (l.o.) 

Fonte: Gazzetta del sud del 21/09/2011

 
 

Fiat: Termini Imerese; protesta operai davanti Regione

PALERMO, 20 SET - Circa 400 operai della Fiat e delle ditte dell'indotto di Termini Imerese stanno manifestando davanti Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione.

La piazza e' off limits, il traffico e' stato deviato. Gli operai mostrano un grande striscione con scritto ''La Fiat di Termini Imerese non si chiude''. A breve il governatore Raffaele Lombardo ricevera' una delegazione di Fim Fiom e Uilm che chiedono garanzie occupazionali per i 2.200 lavoratori e garanzie sul futuro produttivo della fabbrica che Fiat ha deciso di chiudere a fine anno. (Fonte ANSA).

La Procura affonda: tutti incandidabili In primo grado non acquisiti i documenti dell'Avvocatura dello Stato

Leonardo Orlando
Furnari
La Procura di Barcellona ha impugnato l'ordinanza con la quale il Tribunale civile della città del Longano aveva respinto la richiesta di incandidabilità avanzata dal ministero dell'Interno per 15 ex amministratori comunali, tra assessori e consiglieri di Furnari.
I giudici di Barcellona, presidente Maria Celi, componente Assunta Cardamone e relatore Danilo Maffa, avevano dichiarato a seguito dell'udienza dello scorso 21 aprile "incandidabile" per i turni elettorali dei prossimi cinque anni solo l'ex sindaco, Salvatore Lopes, rimosso dalla carica per le note ingerenze della criminalità organizzata nella vita amministrativa del piccolo comune al centro degli interessi elettorali della cosca mafiosa dei "Mazzarroti". A quasi due anni dallo scioglimento degli organi amministrativi, il turno elettorale straordinario fissato nella seduta di mercoledì scorso dal governo regionale per il prossimo 27 novembre, per consentire il ritorno alle urne dei cittadini di Furnari e l'elezione del sindaco e del consiglio comunale, sarà condizionato dal reclamo presentato dal procuratore Salvatore De Luca che insiste e chiede alla prima sezione della Corte d'appello di Messina la dichiarazione di "incandidabilità" per tutti i 15 ex amministratori che si trovavano in carica al momento dello scioglimento degli organi amministrativi per ingerenze della criminalità organizzata, deciso con decreto del Capo dello Stato del 4 dicembre del 2009.
Il reclamo della Procura di Barcellona contro la decisione del Tribunale civile sarà discusso dai giudici della prima sezione della Corte d'appello di Messina il prossimo 11 novembre e verte sui motivi di "improcedibilità" che erano stati enunciati nel dispositivo di sentenza a sostegno della decisione con la quale era stata respinta la richiesta di incandidabilità per gli amministratori pubblici avanzata per la prima volta in Italia direttamente dal ministro dell'Interno Roberto Maroni attraverso l'Avvocatura dello Stato.
Nel ricorso il capo della Procura di Barcellona Salvatore De Luca sostiene che non è stata consentita dal Tribunale la produzione documentale all'Avvocatura dello Stato a sostegno delle ragioni per le quali era stata chiesta l'incandidabilità e ciò nonostante la procedura non prevedesse termini perentori. Per l'udienza del prossimo 11 novembre sono stati citati in Corte d'appello l'ex vice sindaco Antonino Crisafulli, pensionato Telecom e gli ex componenti della giunta municipale, gli assessori: Tindaro Risica, pensionato; Giuseppe Risica, medico ospedaliero; Francesca Conti, insegnante. Citati a comparire anche gli ex consiglieri in carica al momento dello scioglimento: il presidente del consiglio comunale Giuseppe Chiofalo, medico ospedaliero; Filippo Bonanno, ex agente di custodia in congedo; Silvia Pesce, casalinga; Umberto Torre, dipendente Esa; Alfio Risica, pensionato; Claudio Calabrese, imprenditore; Franco Fazio, commercialista, capogruppo di maggioranza; Domenico Stoppia, vicepresidente del Consiglio comunale; Antonino Branca, geometra; e ancora i consiglieri di minoranza in carica per surroga dei dimissionari Antonino Munafò e Lucia Caccamo.
Contro il ricorso, per chiederne il respingimento, si costituiranno tutti gli ex amministratori, così come avevano fatto nel giudizio di primo grado.
La fase della transizione elettorale che si apre adesso per concludersi con lo scrutinio del prossimo 27 novembre, sarà gestita - così come gli affari generali dell'ente - dalla commissione straordinaria presieduta dal viceprefetto di Catanzaro Elena Scalfaro e composta dal viceprefetto aggiunto di Messina Carmelo Marcello Musolino e dal dottor Gino Rotella, dirigente amministrativo contabile della prefettura di Catanzaro che dal 4 dicembre del 2009 amministra il Comune di Furnari.
La commissione nella prima fase era stata nominata per 18 mesi e successivamente, lo scorso 23 marzo, prorogata di altri 6 mesi che scadranno il prossimo 7 dicembre. Qualche giorno prima, comunque, si insedieranno i nuovi organi elettivi risultati vincitori della competizione elettorale. 

Fonte: gazzetta del sud del 16/09/2011

FURNARI: SI VOTA IL 27 NOVEMBRE 2011

La giunta regionale di governo, riunita a Palermo sotto la presidenza di Raffaele Lombardo, ha deciso di convocare un turno straordinario di elezioni per il rinnovo degli organi amministrativi nel Comune di Furnari, in provincia di Messina. La fissazione della data si e' resa necessaria a seguito della scadenza del periodo di commissariamento straordinario,
che aveva fatto seguito allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione da parte della criminalita' organizzata. Si votera' il prossimo 27 novembre

“La politica è bella”! Bilancio positivo per la festa di SEL-Sicilia


Messina. I gazebo sono tornati in magazzino e i bambini hanno ripreso pieno possesso di Villa Mazzini. La seconda festa regionale di Sel ha chiuso i battenti domenica 11 ed è già tempo di bilanci. Cinque giornate intense in cui si è “fatta politica” nei modi più diversi: confrontandosi sui principali temi all’ordine del giorno con personalità come Giuliana Sgrena, Paolo Cento, Rita Borsellino, Paolo Patané e Claudio Fava; ascoltando buona musica e brani di letteratura e poesia; visitando la libreria, le mostre fotografiche e le installazioni d’arte o, semplicemente, incontrandosi e chiacchierando per i viali del “villaggio” della festa o davanti a un buon piatto e una birra.

Ed è un successo che fa bene, se pensiamo alla profonda crisi economica e morale in cui versa il nostro paese e , dentro di esso, la Sicilia e Messina. Una crisi che spinge la gente comune , chi vive di lavoro o chi lo cerca, a rinchiudersi nella propria “personale disperazione”-per dirla con De Andrè- alla quale però si può reagire ritrovandosi a costruire insieme un possibile cambiamento.
Questo è stata la festa di SEL. Il luogo in cui, al tempo dei partiti di plastica, uomini e donne in carne e ossa hanno fatto vivere, con la fatica ma anche la gioia del lavoro volontario, pezzi di quella narrazione di un paese diverso, più vivibile che stenta a nascere dalle macerie della nostra quotidianità.
La passione civile, l’impegno personale è quindi uno dei “segreti” che stanno alla base della riuscita della festa. Ne è convinto Crispino Maggio , tesoriere regionale SEL e “anima” organizzativa delle cinque giornate “ Ci sono volute diverse settimane di preparazione lunga e laboriosa, anche per le difficoltà burocratiche” -racconta-” ma ce l’abbiamo fatta grazie al contribuito di compagne e compagni che meritano la gratitudine di tutta Sinistra Ecologia e Libertà. Persone che, pur ricoprendo incarichi importanti in questo giovane soggetto politico, non hanno avuto remore a mettere a disposizione della Festa il loro lavoro anche in posti non molto visibili (come la cucina, da sempre la fatica maggiore nelle feste) ritenendo importante la riuscita della festa, prima della propria visibilità personale. Mi riferisco a Daniele Ialacqua (coordinatore cittadino) che è stato l’anima e la colonna di tutta la Festa, sia nella fase preparatoria che nella fase esecutiva, sempre disponibile e sempre sorridente. Mi riferisco a Stefania Radici che è stata la curatrice della parte politica, che ha lavorato per tutto il mese di agosto, continuando per tutta la Festa, anche in cucina, o dovunque fosse richiesta la sua presenza, pur dovendo partire il giorno dopo per Bruxelles.”

Ma torniamo ai contenuti dell’ultima giornata, particolarmente ricca di eventi di qualità, come il reading letterario dedicato alla beat generation e al rapporto fra letteratura e realtà, con l’esperienza della giovane scrittrice messinese Eliana Camaioni e le letture dell’attore Gerri Cucinotta. O la mostra fotografica del reporter Enrico Di Giacomo “Camminando”: uno sguardo sulla gente del Chiapas illustrato dal dibattito fra Antonio Mazzeo, giornalista e scrittore, e lo storico Daniele Pompejano entrambi acuti narratori di un’America Latina che non è più solo la terra di Maradona e delle giunte militari ma sta diventando il laboratorio della sinistra del XXI secolo, con i suoi movimenti indigeni, i forum sociali e i governi del “buen vivir” come quello di Evo Morales.
Il dibattito serale ha visto, infine, confrontarsi- incalzati dalle domande della giornalista del TG3 Lidia Tilotta- Il coordinatore provinciale di SEL, Salvatore Chiofalo, e Claudio Fava, “numero due” nazionale del partito di Vendola, con Pier Carmelo Russo, assessore “tecnico” alle infrastrutture del governo Lombardo IV, sul tema strategico dei trasporti e delle opere pubbliche in Sicilia.
Le riflessioni di Chiofalo hanno preso le mosse dai numeri della crisi, in una regione che, scippata dei fondi Fas, è sembrata finora incapace di sfruttare appieno le risorse elargite a partire dal 2000 dall’Unione europea. L’occupazione è al 42 per cento, mentre nel 2010 si sono persi 17 mila posti di lavoro solo nell’ edilizia, si perdono i fondi europei per carenza
di progettualità e si parla di Ponte sullo Stretto, i cui costi negli anni sono lievitati fino a superare gli 8 miliardi di euro. Sulla carenza strutturale di progettualità è intervenuto Fava: “È mancato negli anni il ruolo della politica con una programmazione
di ampio respiro –ha spiegato – e questo emerge dalla questione fondi europei in primo luogo». L’assessore Russo si è detto d’accordo sulla necessità di programmare e di concertare le
attività, ricordando di aver realizzato,nell’arco di due mesi, col coinvolgimento di tutti, la legge sugli appalti. «È necessario vigilare su come vengono utilizzate le risorse – ha detto – ma bisogna ricordare che il 97 per cento delle opere viene realizzato dall’ Anas e da Ferrovie dello Stato». Si è
parlato anche dell’aeroporto di Comiso, uno snodo centrale ancora chiuso: Russo ha annunciato che entro sei mesi si procederà all’ apertura. «Ma in un tale contesto– ha sottolineato Fava – è giusto ancora parlare di Ponte sullo Stretto, il cui costo supera gli 8 miliardi di euro e che fino ad ora è costato circa 500 milioni? Servirebbe almeno un referendum consultivo per coinvolgere la gente».
SEL , ad ogni buon conto, continuerà a sostenere le lotte del vasto movimento contro la grande opera, come continuerà a collaborare con L’ArciGay, che ha animato all’interno della festa un visitatissimo stand dedicato alla lotta contro l’omofobia e per i diritti di tutte e tutti,e con la Fabbrica di Nichi, impegnata in una campagna per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Il villaggio della festa ha chiuso i battenti fino all’estate prossima, la “buona politica” continua. (tonino cafeo)

Sono il 60% disoccupati e precari E la condizione può solo peggiorare




.Leonardo Orlando

Barcellona

«Bisogna invertire la rotta per arrestare il declino di immagine e di condizioni di vita di Barcellona, dove aumentano disoccupati e precari e allo stesso tempo vengono soppressi importanti servizi sociali». Il giudizio negativo è della Cgil, attraverso una dichiarazione del segretario Salvatore Chiofalo che ha diffuso un documento sullo stato sociale e sulla disoccupazione nella città del Longano. Nel documento si traccia una analisi della condizione occupazionale che crea preoccupazioni soprattutto se messa in relazione con l'aumento del precariato.
Permangono drammatici i dati sulla disoccupazione in città e nei comuni della zona. Infatti, al 30 giugno 2010 si contavano 26.122 disoccupati e precari rispetto ad una forza lavoro di 43.720 (lavoratori e lavoratrici di età compresa tra i 16 e i 64 anni)».
Rispetto all'anno precedente la situazione occupazionale non è certamente migliorata. «Al 30 giugno 2011 – rende noto la Cgil – i disoccupati sono 25.996 rispetto a 43.705 potenziali lavoratrici e lavoratori. La percentuale dei disoccupati resta quasi invariata: era del 59,75% ed ora è del 59,48%». Alla percentuale dei senza lavoro e dei precari che non superano il reddito annuo di 8.000 euro, occorre aggiungere «la rilevante platea dei rinunciatari intesi per tali tutti coloro i quali non si iscrivono neanche più nelle liste di disoccupazione perché a loro dire sarebbe inutile. A questi vanno aggiunti gli immigrati che sono sconosciuti al collocamento. La disoccupazione – afferma Salvatore Chiofalo – da noi colpisce soprattutto le donne che sono 1.120 in più degli uomini».
Giova ancora far rilevare, a dimostrazione della grave fragilità e della assoluta povertà del mercato del lavoro della nostra zona, «che nel primo semestre del 2011 sono stati stipulati appena 43 contratti di inserimento e 78 di formazione e lavoro, e sempre nel medesimo semestre sono stati trasformati in normali rapporti di lavoro appena 16 contratti di apprendistato. Nel semestre sono 44 i rapporti di lavoro a tempo pieno sono stati trasformati in part-time. Ciò che svela, ancora, una regressione dei diritti negati a danno dei lavoratori».
C'è poi preoccupazione in questa fase di avvio del nuovo anno scolastico e ciò perché non sarà infatti avviata come di consueto la prevista refezione scolastica e nemmeno il trasporto alunni. A rischio anche il servizio di pulizia degli impianti sportivi comunali. Le gare d'appalto per questi servizi prevalentemente a sfondo sociale che rappresentano una opportunità di lavoro per circa 150 lavoratori stagionali, non sono state nemmeno programmati e non potranno essere indetti perché il Comune non ha ancora approvato il bilancio di previsione del 2011. Palazzo Longano fa ancora i conti con le penalità dello sforamento del "patto di stabilità" e nell'attesa di conoscere con maggiore precisione l'entità delle sanzioni irrorate all'ente che rispetto alle disastrate previsioni si dovrebbero fermare a quota 1 milione e 700 mila euro, si preferisce non decidere nulla per poi inseguire i problemi e percorrere la strada accidentata degli affidamenti senza gara d'appalto.
Sui servizi sociali a rischio sopravvivenza la Cgil attacca testa bassa. «Di certo – si legge nel documento – appare che il normale corso didattico delle scuole dell'obbligo sarà intralciato dall'inerzia dei nostri amministratori, i quali con colpevole ritardo si ostinano a non approvare lo strumento finanziario per garantire, tra l'altro, il servizio di refezione scolastica e del trasporto alunni. Un bilancio di previsione che nei fatti, atteso che siamo già a metà settembre, diventerà il consuntivo 2011 e ciò sancirà la paralisi amministrativa con ricadute inaccettabili sulla pelle dei cittadini e sull'occupazione dei precari»

DON GALLO: "SERVE UN'ASSEMBLEA AUTOGESTITA IN PIAZZA. BASTA PAROLE: SERVONO I FATTI. IL GIRO DI PADANIA? CHE BUFFONATA!"


“Quella di Sacconi, con la sua arroganza e prepotenza, è una barzelletta che non fa ridere, ma piangere. E’  tragica. Non è umorismo. E’ una farsa volgare e insopportabile”. Così don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto a Genova, ha commentat0 l’intervento del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, alla festa dei giovani del Pdl.

Per spiegare le modifiche all’articolo 8 sulla contrattazione territoriale Sacconi infatti aveva sfoggiato una barzelletta-metafora degna del leader del suo partito. “Faccio un esempio un po’ blasfemo – aveva esordito -, quello che disse una suora in un convento del ’600 dove entrarono dei briganti. Le violentarono tutte tranne una. Il Santo Uffizio la interrogò e le chiese: Ma come mai non è stata violentata? Lei rispose: Perché ho detto no. Ecco – ha proseguito Sacconi -, come le suore stuprate, i sindacati possono dire di no”. Ma don Gallo non ha risparmiato dure critiche anche al segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni seduto accanto a Sacconi. Alle parole del ministro “come minimo, avrebbe dovuto alzarsi e andarsene. E’ gravissimo – ha detto Don Gallo – che non l’abbia fatto: la Cisl è  in ginocchio davanti al capitale”. E ha aggiunto: “A me piace l’umorismo, ho sempre vissuto di umorismo. Quella barzelletta non è solo volgare, ma è il segnale che davvero la ‘tragicomica’ in Italia continua. Mi ricorda l’avanspettacolo di quando ero ragazzo, quando la gente fischiava e se ne andava. Adesso, poi – ha proseguito – vien fuori che la Minetti era vestita da suora alle feste di Arcore. E il giro della Padania, che buffonata! Siamo arrivati ad un livello in cui, quando il Governo si raduna per discutere della manovra, il più elevato culturalmente è Calderoli”. Poi don Gallo ha sottolineato come “in passato essere parlamentare era motivo di orgoglio. Ora uno se ne guarda bene. Tra poco i parlamentari dovranno vivere in clandestinità, per la vergogna. Tutti giocano in questa situazione mostruosa in cui sanno che Berlusconi è al tramonto e che quindi l’ufficiale pagatore sta per andarsene. Tutti pensano alla successione”. Di fronte a tutto questo, “quello che a me preoccupa ancora di più – perché io amo la mia Chiesa – è  che la gerarchia cattolica fa solo esortazioni generiche – ha detto il fondatore della Comunità di San Benedetto – ma non dice chiaramente che questi individui sono contro il bene popolo, contro la morale e contro la democrazia”. E l’opposizione? “Non ridono – ha risposto Don Gallo – e non piangono. Sono spompati. Tentennano su tutto”. Secondo Don Gallo, però, non mancano anche i segnali di speranza: “Ieri sera a Mantova ho trovato 1500 persone ad ascoltarmi. C’è  ancora attenzione. Si deve partire da una presa di coscienza forte, per ricostruire la democrazia e la società  civile. Ci sono minoranze consistenti che stanno tirando su la testa. La crisi che stiamo attraversando non è una crisi politica ma di sistema e di lunga durata. Ora non rimane che incontrarsi – ha concluso – e andare in piazza, con senso di responsabilità”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/

Ignazio La Russa, l’amico degli americani

di Antonio Mazzeo



Un ministro da adulare, vezzeggiare, sostenere, consigliare, orientare. Una “rarità” di politico con un cuore tutto per Washington e gli interessi a stelle e strisce in Europa e nel mondo. Sacerdote del pensiero atlantico e strenuo paladino delle crociate contro il terrorismo in Africa e Medio oriente. Il più fedele dei Signorsì per piegare le ultime resistenze all’occupazione del territorio da parte di ecomostri e dispositivi di morte. Lui è Ignazio La Russa, ministro della difesa dell’ultimo governo Berlusconi, leader politico cresciuto nelle organizzazioni di estrema destra. A farne un’icona del filo-americanismo in salsa tricolore sono invece i più alti funzionari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia nei cablogrammi inviati a Washington, da qualche giorno on line sul sito di Wikileaks.

La decisione di tirarsi fuori dalla coalizione di sinistra

Milazzo, 3 settembre 2011 Il Circolo SEL Danilo Dolci di Milazzo ha spiegato, in una conferenza stampa, le ragioni della sua uscita dal gruppo consiliare del Pd. Sono intervenuti il segretario provinciale, Salvatore Chiofalo, il consigliere comunale SeL, Antonio Isgrò, e la segretaria cittadina, Graziella Patti. Il Circolo ha sempre creduto e lavorato all’unità del centrosinistra, che considera un valore, e lo ha dimostrato, dopo l’apparentamento con il Pd alle elezioni dello scorso anno, cercando di raggiungere posizioni condivise sulle tematiche discusse in seno al Consiglio comunale.
In questi mesi – afferma Isgrò – abbiamo subito la debolezza del centrosinistra  che si è espresso in maniera confusa e frammentata in più occasioni. Se permangono queste condizioni fra tre anni, a nuove consultazioni elettorali, ci troveremo a sostenere ancora una volta un esponente anti-Pdl perché incapaci di proporne uno di sinistra.
Il nostro appoggio a questa Amministrazione si basa su dei punti programmatici che abbiamo intenzione di perseguire; operare in assenza della coesione del gruppo equivale a correre una maratona senza le gambe.
La decisione di tirarsi fuori dalla coalizione di sinistra, comunicata dal Consigliere comunale il 31 agosto in occasione della riapertura dei lavori consiliari, non rappresenta una rottura ma invita il Partito Democratico ad esprimere posizioni chiare e univoche sulle tematiche di interesse comune e lo sfida a costruire un nuovo e più coeso centrosinistra. Esso si pone, quindi, come punto di riferimento, intenzionato a raccogliere in maniera sempre più efficiente le istanze del cittadino e  a determinare le dinamiche politiche del comprensorio.
Infine, risulta improrogabile per l’Amministrazione una seria e coraggiosa auto-valutazione e un momento di confronto con le forze che fin qui l’hanno sostenuta per capire quali sono stati i punti deboli del suo operato in questo primo anno e come intende implementarlo.

«Una storica ribellione d'imprenditori coraggiosi»

Barcellona Grande soddisfazione per l'operazione ee solidarietà al giovane imprenditore che non si è piegato al racket delle estorsioni dalle associazini che hanno dato vita al "movimento dei lenzuoli". Tra le prime dichiarazioni quella di un "prete che ci crede", così come egli stesso si definisce, il salesiano don Salvino Raia.
«Ho vissuto una bella giornata oggi (ieri per chi legge ndr) - racconta don Salvino -, raggiunto da più telefonate di amici e cittadini che mi comunicavano la notizia della denunzia andata in porto con effetto. Mi ha meravigliato questo: al telefono non mostravano contentezza per l'arresto operato dalle forze dell'ordine, ma per la denuncia coraggiosa di un giovane che, scommettendo il suo futuro nella gestione di un esercizio commerciale, non si è piegato all'estorsione. È la prova che "Ora tocca a noi" non è solo uno slogan. È un messaggio che sta diventando coscienza sociale e impegno personale concreto. Andrò a trovare – annuncia il salesiano – questo grande "piccolo imprenditore". e lo ringrazierò per la testimonianza impegnativa che il suo gesto, normale e straordinario al contempo, offre nella lotta al ricatto, all'ingiustizia». E don Salvino, direttore dell'Oratorio salesiano poi aggiunge: «Il laborioso territorio di Barcellona e dintorni non è più terra di conquista della mala; la dignità e la libertà, soprattutto delle nuove generazioni non è negoziabile. Insieme è stato avviato un processo virtuoso che non si arrestare».
Anche la locale associazione antiracket "Liberi tutti", è entusiasta. «Esprimiamo – scrive in un comunicato la presidente Sofia Capizzi – il nostro più vivo apprezzamento e la nostra vicinanza ai titolari dell'impresa di Terme Vigliatore, che coraggiosamente non si sono piegati al ricatto mafioso. Questo è il volto dei siciliani onesti, dell'imprenditoria sana che, confidando nel lavoro eccellente che svolgono le istituzioni dello Stato, le forze dell'ordine e la magistratura, compie un gesto di assoluta normalità: si difende. Difende – scrivono gli attivisti di Liberi tutti – la propria dignità, il proprio futuro e quello dei propri figli. Per questo denuncia gli estortori! Non sono soli, noi siamo al loro fianco. È finalmente giunta l'ora di liberarci definitivamente del giogo mafioso». Plauso all'operazione dal presidente nazionale della Fai, Giuseppe Scandurra: «Ancora una volta è stato dimostrato che grazie alla collaborazione degli imprenditori la mafia si può sconfiggere. Facciamo un appello a tutti gli imprenditori barcellonesi affinché si ribellino e li invitiamo a rivolgersi con fiducia alle Forze dell'ordine e all'associazione antiracket di Barcellona». (l.o.)

Fonte Gazzetta del sud del 02/09/2011